Lavoro

Rainbow, fallimento con paracadute?

I proprietari dell’agenzia di sicurezza che mercoledì hanno licenziato la ventina di lavoratori per fallimento, sono già attivi con un'altra società nel medesimo campo

Se per mestiere ti occupi di sicurezza, avere un paracadute pronto in caso d’urgenza probabilmente è una regola importante. Nel caso in questione il paracadute potrebbe chiamarsi FASP, un’agenzia di sicurezza con sede a Rivera, da quattro anni amministrata dalla signora M.P.

 

Nulla di strano, se non fosse che la signora sia al contempo dirigente e moglie del titolare di Rainbow, l’agenzia di sicurezza che la sera della vigilia della giornata dei lavoratori, alle ore 17.15 del 30 aprile, ha licenziato la ventina di dipendenti via mail. Motivo della disdetta, il deposito dei bilanci per fallimento aziendale. La fine dell'attività è stata cinicamente comunicata ai dipendenti con una fredda mail, senza alcun preavviso al personale di quel che stava succedendo. «Ci hanno lasciati soli, come su una barca che va affondo. Una scarna mail in cui annunci la chiusura e basta. È triste» ha dichiarato un amareggiato dipendente ai microfoni della Rsi.

 

 

Annullati i debiti, ripartire con la nuova ditta sarà più facile, è il sospetto. La magistratura avrebbe materiale su cui riflettere, ma l’azione di contrasto alla bancarotta fraudolenta denunciata con forza dal sindacato Unia negli ultimi anni non è mai stata la priorità della giustizia e politica cantonale. Si vedrà dunque.

 

leggi anche => La sicurezza del fallimento

 

Per ora sulla collettività, via Stato, resta la certezza di un conto da saldare di due mesi di salario arretrato di una ventina di ex dipendenti e relativi oneri sociali. O almeno quel che sembra essere l’attuale scoperto nei confronti delle maestranze. Un importo coperto all’ottanta per cento dalla procedura d’insolvenza, avviata in parallelo dalla verifica dell’autorità cantonale di quel che è rimasto in soldoni fra debiti e averi della fallita Rainbow. 

 

«Per fortuna queste assicurazioni esistono. Fa specie però che dagli ambienti padronali arrivino regolari attacchi allo Stato, salvo poi ricorrervi scaricando le responsabilità nel caso di problemi aziendali» commenta Giangiorgio Gargantini, segretario regionale di Unia Ticino. «Non conosciamo la reale situazione dell’azienda, ma non sarebbe una novità veder ripartire gli stessi imprenditori con una nuova azienda nel medesimo ramo d’attività di quella appena fallita. Sarà forse tutto legale, ma è certamente vergognoso nei confronti dei lavoratori e della collettività». Il sospetto è che la Fasp, l’agenzia di sicurezza attiva e amministrata dall’imprenditrice della defunta Rainbow, possa essere un possibile veicolo per la ripartenza dal fallimento precedente.

 

Un'ipotesi che la Fasp tuttavia smentisce: "È escluso che FASP riprenda delle attività della Rainbow", scrive FASP Security Sagl in un comunicato stampa diffuso oggi (si veda nel riquadro).

 

FASP prende posizione

“Esclusa la ripresa delle attività di Rainbow”

 

“La società FASP Security Sagl, preso atto degli articoli e dei contributi media apparsi, ed in particolare quello di area del 2 maggio 2024 (...), desidera puntualizzare quanto segue.

 

• FASP Security Sagl è una società fondata nel lontano 1995 e non trattasi quindi di una nuova società creata “ad arte” per secondi fini. In nessun caso FASP “…potrebbe essere la soluzione per l'ormai fallita società di sicurezza …” o “… potrebbe fungere da salvagente”.(...)

 

• FASP non ha clienti con prestazioni legate a servizi di sicurezza, sorveglianza, traffico, centrale d’allarme ecc. FASP non ha collaboratori alle sue dipendenze e intende svolgere unicamente attività limitate al campo della Consulenza e della Formazione. Anche per questo è quindi escluso che FASP riprenda delle attività della ditta Rainbow.

 

• Si precisa che questa presa di posizione si limita, almeno per il momento, a dare la corretta informazione in merito all’interpretazione giornalistica da ritenersi grave e fuorviante e lesiva dell’immagine della società. È quindi decisamente contestato, siccome scorretto e infondato, il tentativo di voler collegare il fallimento di Rainbow alla società FASP. (...)”

Pubblicato il

03.05.2024 16:01
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