Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto. Sono le parole del vangelo di Matteo a fare da didascalia alla Fuga in Egitto, uno dei 41 episodi della vita di Cristo dipinti dal Beato Angelico sulle ante dell’Armadio degli Argenti. Commissionato da Piero de’ Medici verso il 1450 per custodire gli ex voto nella basilica della SS. Annunziata a Firenze, l’armadio diversi anni dopo venne smembrato e le ante superstiti sono ora conservate nel convento di San Marco trasformato in museo. Sopra, un versetto del Salmo 55, Fuggii in un luogo lontano, passai la notte nel deserto, quasi un dare parola al paesaggio: Maria, con il bambino stretto fra le braccia, è seduta in groppa a un asinello che si dirige risolutamente verso il paese meridionale, annunciato da una palma. Giuseppe segue a piedi, con il bastone appoggiato sulla spalla a sostenere il mantello e un piccolo otre d’acqua, nell’altra mano il canestro delle provviste. Sullo sfondo rocce, qualche cipresso, montagne brulle.


Impegnato com’è a studiare per diventare primo ministro in Italia, il sindaco di Firenze non avrà molte occasioni per abbandonarsi alla poesia di fra’ Giovanni. In compenso ha trovato il tempo, nel corso di una festa del Partito democratico tenutasi alla fine di agosto, di dichiarare: «Il sistema di welfare non va solo difeso, altrimenti allontaniamo una parte del nostro elettorato. C’è una parte importante del paese che è priva di garanzia e non mi riferisco solo ai giovani, ma ai cinquantenni, a quelli che sono fuori dalle tutele dei sindacati. Il Pd è il primo partito tra pensionati e dipendenti pubblici, ed è un bene, ma tra i disoccupati ci passano davanti Pdl e Grillo, siamo i terzi. È il momento di dire che il Pd deve diventare il primo partito tra coloro che garanzie non ne hanno». Il tono è educato, ma la sostanza è l’assalto al potere di contrattazione dei lavoratori. Attraverso una curiosa inversione logica: il sindacato “difende le garanzie di chi le ha già”, mentre la realtà storica è che il sindacato e la sinistra prima conquistano le garanzie e poi le difendono, ci mancherebbe.


Al capo del governo in pectore qualcuno dovrebbe raccontare una storiella forse proveniente dai vangeli cosiddetti apocrifi, forse inventata da Dario Fo. Vedendo passare i tre diretti in Egitto, la gente mormora: che stupido quell’uomo, va a piedi mentre la donna sta comoda sull’asino! Giuseppe allora fa scendere Maria e sale al suo posto. Dopo un po’ di strada alcuni osservano: com’è egoista quell’uomo, fa viaggiare a piedi la donna! Giuseppe fa salire Maria e il bambino con lui sull’asino. Ancora un altro tratto di strada e alcuni sfaccendati si sentono in dovere di sentenziare: povera bestia, con tutto quel peso sulla groppa non arriverà molto lontano! A quel punto Giuseppe si arrabbia e decide di proseguire il viaggio nel modo che deciderà lui.
Anche il sindacato dovrebbe arrabbiarsi per i troppi consigli interessati che gli vengono rivolti. Chiamano privilegi i diritti. Il progetto è di toglierli a coloro che li hanno non per darli ai giovani, ai disoccupati, agli esclusi, ma per non darli a nessuno. Il diritto a una paga decente, il diritto alla sicurezza del posto di lavoro, il diritto al riposo, il diritto di non chinare la testa di fronte al padrone sono stati conquistati con il sangue e vanno difesi gelosamente. Sono una cosa seria almeno quanto l’impegno durato tutta la vita di fra’ Giovanni nell’infondere poesia al racconto evangelico.

 

Pubblicato il 

25.09.13

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