Fumetti

Lugano 2036, ricorre il quindicesimo anniversario della salita al potere in Ticino della Triplice Alleanza, partito unico democraticamente eletto per far fronte a un sentimento d’insicurezza crescente, i cui cavalli di battaglia erano la sovranità popolare e l’affermazione dell’identità nazionale. Partito che, riforma dopo riforma, è arrivato a erigere un muro al confine con l’Italia per “proteggere” la popolazione ticinese.
Un’ambientazione, quella scelta da Timothy Hofmann per il suo fumetto Corvi+Topi, che, per quanto surreale, per alcuni versi può suonare come una sorta di monito per il futuro. Con una buona dose d’ironia, oltre che un minuzioso lavoro di ricerca, attraverso il fumetto l’artista racconta anche della Lugano che fu e di questo periodo di transizione, immaginandosi come potrà essere il futuro. Intervistato da area, racconta del suo progetto e della vita da artista nel nostro cantone.

Timothy Hofmann, com’è nata l’idea di “Corvi+Topi”?


Sono sempre stato in chiaro sull’obiettivo di creare una storia a fumetti ambientata in Ticino,  in una Lugano del futuro, in quanto appassionato di racconti e visioni futuristiche. Inizialmente pensato come avventura nella lotta fra bande, con elementi caratteristici delle varie sottoculture dagli anni ’70 a quelle dei giorni nostri. Nel corso dello sviluppo si sono aggiunti vari elementi, ma sentivo l’assenza di un contesto di fondo, finché nel 2012 certi nostri “rappresentanti” se ne uscirono con la proposta di una barriera al confine. Una provocazione? Forse, ma, chi mi conosce lo sa bene, io di provocazioni sono ghiotto. Siccome la storia ci insegna che la storia non insegna nulla, il contesto narrativo del muro era la scelta più azzeccata, un jolly che purtroppo riappare regolarmente nel mazzo dei partiti, al punto che c’è chi mi indica come profeta.


Il titolo rimanda alla simbologia utilizzata in epoca nazista e ripresa recentemente dai cartelloni elettorali della destra svizzera e ticinese...


Sì, è chiaramente evocativo e si rifà ai manifesti utilizzati nelle campagne filo-fasciste dei partiti estremisti visti nel corso degli anni: crociate contro l’immigrazione e la libera circolazione delle persone (ebbene sì, stiamo parlando di persone) riciclando allegorie che simboleggiano l’invasione, la pestilenza e perfino la morte. Si va così a creare un clima politico malsano per tutti, che sin dai tempi della “ramina” istiga un odio reciproco e a un idealismo ristretto, oggi alimentato ancor più dalla freddezza dei social. Credo che l’unico manifesto Udc che ci ha azzeccato è quello che ci dipinge come dei caproni.


Nella tua graphic novel non c’è però soltanto il monito riferito al muro e al potere totalitario, ma nei disegni sono presenti anche elementi architettonici ormai scomparsi da Lugano, una sorta di denuncia?


L’idea del fumetto era anche di omaggiare elementi architettonici che sono stati demoliti con questa riqualifica urbana e territoriale in corso da alcuni anni e che continuerà ancora almeno per un decennio. Vuol essere un elemento di riflessione, rivolto agli adulti ma anche ai ragazzi, che sfogliando Corvi+Topi possono anche imparare qualcosa sul passato del territorio ticinese.
Con i prossimi numeri voglio focalizzarmi di più sui personaggi storici di Lugano e uscire dalla città, arrivare fino a Bellinzona, che con le sue mura già esistenti offre grandi spunti. In fin dei conti non esistono molti fumetti che parlano del territorio ticinese, il mio è un modo come un altro per raccontarlo e per testimoniare di questo momento di mutamento, di “riqualifica” territoriale: spesso si tende ad analizzare il prima e il dopo di un cambiamento, mentre il durante è un po’ trascurato. Io ho voluto raccontare questo durante, che è una fonte interessante di materiale.


A proposito di personaggi, è un’impressione o il sindaco di Lugano del tuo racconto è ispirato a qualcuno di realmente esistente?


La cosa non era voluta, ma in effetti riguardandolo a posteriori assomiglia molto a qualcuno. Volevo semplicemente creare una figura di leader che vuol piacere a tutti e con una buona parlantina, ed è uscito così.


Come hai trovato i fondi per realizzare questo progetto?


È stato un investimento mio, che ho potuto permettermi di fare lavorando la sera e nel fine settimana mentre lavoravo a tempo pieno in un altro ambito e avevo quindi un’entrata fissa. Essendo un’autoproduzione, recupero le spese di stampa e distribuzione con le vendite, inoltre è in corso fino a dicembre una raccolta fondi sul sito progettiamo.ch, un portale ticinese di crowdfunding basato su piccole e grandi donazioni in cambio delle quali si ricevono ricompense: copie dedicate, poster o disegni inediti.
Con l’avanzare del progetto mi accorgo sempre più attento ai dettagli e ciò rende il lavoro più lungo, senza contare altre mansioni che mi permettono di avere un vivere dignitoso. L’appello si indirizza quindi a tutti i fedeli lettori e curiosi che, anche con una piccola donazione, contribuiscono effettivamente allo sviluppo del progetto e ne garantiscono la continuazione e, credeteci o no, anche la velocità di realizzazione.


Cosa significa lavorare come giovane artista in Ticino?


Significa fare molti sacrifici. Il settore artistico è ancora un mercato in sviluppo e, per certi versi, esclusivo. Ho trovato delle belle comunità ma che mi sono apparse un po’chiuse su loro stesse. Il territorio offre comunque numerosi modi per mettersi in mostra, alla portata delle preferenze di ognuno. Oltre a far parte del collettivo artistico Mag, attualmente ho una bancarella al mercato comunale il sabato con un mio collega, brillante e talentuoso. A ottobre inaugurerò il mio nuovo atelier presso l’Associazione Rec, un ambiente solidale e molto creativo. In seguito alla Fiera del Fumetto presenterò in anteprima il nuovo capitolo di Corvi+Topi, che verrà poi presentato ufficialmente a fine mese presso lo Studio Foce.

 

 

Per saperne di più
www.timothyhofmann.com
www.progettiamo.ch/?progetti/122/corvitopi-graphicnovel
www.facebook.com/corvietopi

Pubblicato il 

27.08.15
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