Servizio pubblico

Il 19 marzo scorso si è svolto a Berna un incontro segreto tra i presidenti dell’Udc, del Plr e del Ppd per trovare l’accordo politico su una maggiore deregolamentazione. Ne ha dato notizia con un comunicato, cinque giorni dopo, il sindacato Garanto che rappresenta il personale delle dogane e delle guardie di confine. Sui contenuti delle discussioni è trapelato unicamente che sono stati chiesti importanti tagli alle spese per il personale federale: un modo subdolo di affrontare la politica finanziaria della Confederazione.

 

«Invece di analizzare ed eliminare le cause all’origine della difficile situazione economica e politica cui è confrontata la Svizzera», scrive il sindacato Garanto nel suo comunicato, «la triade ha semplicemente battuto cassa al personale della Confederazione. I risparmi previsti (dal 3% chiesto dal Ppd al 10% proposto dall’Udc) sono un colpo d’ascia che comporterà il sacrificio di migliaia di posti di lavoro! A seconda dei gusti dei vari partiti, si tratterà di congelare le spese per il personale al livello del 2014 o di abbassare la quota d’incidenza della spesa pubblica».


L’allarme lanciato da Garanto appare giustificato, dato che non è la prima volta che politiche di questo genere vengono discusse e messe in atto. È dalla metà degli anni Ottanta, in piena “reaganomics”, che l’Europa, e con essa anche la Svizzera, comincia ad essere travolta dall’ondata di neoliberismo che ancora oggi la pervade. Si tratta di una estremizzazione del liberalismo economico, tendente alla riduzione del ruolo dello Stato a favore del libero mercato. Il che significa, in concreto, arrivare progressivamente alla privatizzazione di molti compiti dello Stato, cominciando con i tagli alla spesa per il personale che assicura il funzionamento delle istituzioni e lo svolgimento di servizi pubblici.


In Svizzera, nel corso degli anni Novanta, l’inflazione che saliva e la crescita tendenziale del debito pubblico hanno provocato politiche di risparmio, con blocchi delle assunzioni, tagli del personale ecc., sia a livello federale, sia nei vari cantoni. Da allora, le liberalizzazioni (privatizzazioni striscianti) si sono succedute in ogni campo, con effetti non sempre buoni sulla qualità di molti servizi, anzi in alcuni casi persino disastrosi. E con una buona dose di malafede di alcune forze politiche, che in parlamento hanno fatto passare, insieme ai tagli alle spese, consistenti regali fiscali ai ricchi.


È un vizietto che i politici non hanno perso: «Così facendo», scrive il sindacato Garanto a proposito dell’incontro segreto dei tre partiti, «la triade si sottrae alla propria responsabilità politica. Non importa se l’amministrazione federale non sarà più così produttiva. Lo sanno bene anche Udc, Plr e Ppd che la nostra amministrazione è già molto efficiente e che la Svizzera presenta una quota d’incidenza bassa della spesa pubblica (33,5%, dati 2013) rispetto alla media dell’Ocse (42%). In gioco c’è piuttosto il finanziamento dei loro progetti politici, tra cui la riforma III dell’imposizione delle imprese e l’iniziativa volta a eliminare gli svantaggi per le coppie sposate. I risparmi conseguiti a scapito del personale permetteranno di posare facilmente la prima pietra per finanziare questi progetti».


Garanto definisce «propaganda politica ed elettorale di bassa lega» queste manovre tendenti a far credere che il servizio pubblico rimarrà lo stesso «nonostante i massicci tagli agli effettivi». Ma è proprio così? Come fa il sindacato Garanto ad esserne sicuro? Lo abbiamo chiesto ad Oscar Zbinden, portavoce di Garanto. «Come abbiamo detto, si è trattato di un incontro segreto. Aspettiamo ancora la comunicazione ufficiale e pubblica da parte loro.Hanno discusso proprio di quelle misure di risparmio». Zbinden aggiunge che comunque «misure di risparmio sono già in corso», volute dal Consiglio federale, che significano il taglio dell’1 per cento sul credito per il personale. A cui si aggiunge adesso il rischio di ulteriori tagli progettati dai partiti borghesi.
Cosa pensa di fare, allora, il sindacato Garanto? «Resistiamo», risponde Zbinden. «Abbiamo diffuso questo comunicato stampa, ma abbiamo anche informato già i nostri soci, vale a dire il personale delle dogane e le guardie di confine, che come tutti i dipendenti della Confederazione sono toccati da questi programmi di risparmio. Adesso aspettiamo un po’ più di chiarezza sulle decisioni che prenderà il Parlamento, ma mettiamo sull’avviso il personale affinché si prepari a fare resistenza».

Pubblicato il 

01.04.15
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