Il 1° maggio  a Biasca partono i lavori per 1,69 miliardi di franchi della tecnica ferroviaria. I protagonisti, i rischi legati ai subappalti e l'azione sindacale.

Ancora qualche mese e gli sforzi di minatori e ingegneri dovrebbero essere ricompensati. A ottobre è prevista la caduta dell'ultimo diaframma della galleria più lunga del mondo con i suoi 57 chilometri sotto le alpi svizzere. Le operazioni di scavo saranno dunque terminate per il comparto più lungo dell'intero progetto Alptransit, la galleria di base del San Gottardo. Ma per arrivare in perfetto orario alla partenza del primo treno che circolerà sul nuovo tracciato prevista nel 2017, ora si passa all'allestimento della tecnica ferroviaria.
Dopo una prima fase di preparazione del cantiere, i lavori veri e propri inizieranno il primo maggio. Ciò significa che lungo il percorso saranno posati i binari, il sistema di approvvigionamento elettrico, installati i cavi, gli scambi, i sistemi di comando della galleria, le reti informatiche e i sistemi di comunicazione. Ai lavori parteciperanno circa 200 operai. Per la tratta della galleria di base del San Gottardo, l'appalto da 1,69 miliardi di franchi se l'è aggiudicato il Consorzio Transtec, composto da quattro grandi impresi planetarie (vedi scheda sotto). Lo stesso consorzio ha comunicato, durante una riunione con la locale sezione della Società svizzera degli impresari costruttori, di essere intenzionata a subappaltare lavori per importi tra i 400 e i 600 milioni di franchi. Avendo vinto l'appalto come impresa generale, Transtec potrà assegnare i subappalti senza dovere sottostare alle modalità di legge sulle commesse pubbliche. Un aspetto non trascurabile, visti i recenti casi di mala edilizia emersi a livello cantonale legati proprio ai subappalti.
Per evitare spiacevoli sorprese, i funzionari di Unia, il sindacato maggiormente rappresentativo dei lavoratori impiegati nei cantieri di Alptransit in Ticino, auspicano una buona collaborazione con il Consorzio Transtec proprio su questa materia.

Non luogo a procedere

Rapporti che però non erano iniziati nei migliori dei modi. Lo scorso novembre, il Consorzio Transtec aveva querelato il sindacato per violazione di domicilio. La mattina del due novembre, sei funzionari sindacali erano intervenuti nel cantiere a cielo aperto del Consorzio a Biasca perché gli operai stavano lavorando malgrado stesse "piovendo a dirotto"(come confermato a verbale dal capocantiere), in violazione alle norme contenute nel Contratto nazionale mantello (Cnm). Come detto, Transtec accusava i sindacalisti di essere entrati nel cantiere senza autorizzazione e di aver interrotto i lavori per un'ora, generando un danno economico all'impresa. La vertenza si è conclusa con un "decreto di non luogo a procedere". Secondo il sostituto procuratore pubblico Margherita Lanzanillo, oltre al fatto che il cantiere specifico «può essere considerato facilmente accessibile a chiunque», l'agire dei sindacalisti era legittimato «da specifiche violazioni delle norme contrattuali, riconosciute anche dalla direzione della ditta Implenia, che ha poi ordinato la sospensione momentanea dei lavori». Per il sindacato si tratta di un'ennesima vittoria giuridica, (recentemente altre sentenze analoghe sono state decretate in altri cantoni) che sancisce il diritto ad intervenire direttamente nei cantieri per tutelare gli interessi degli operai.
Ristabilite queste precondizioni necessarie al lavoro sindacale, Unia spera che la discussione con Transtec possa avviarsi nel reciproco rispetto.

Soldi recuperati

200mila franchi di salario recuperati per oltre un centinaio di operai di Implenia attivi nei cantieri Alptransit di Bodio e Faido. È questo il risultato ottenuto dai funzionari sindacali di Unia dopo un rigoroso controllo delle buste paga del più grande gruppo svizzero edile. L'errore, riconosciuto dall'azienda che ha versato con effetto retroattivo nella busta paga di marzo quanto dovuto ai suoi dipendenti, è dovuto alla mancata aggiunta della percentuale di vacanze e tredicesima sulle ore lavorate al sabato e domenica. Una "svista" iniziata circa tre anni fa, in coincidenza con la nascita di Implenia dalla fusione dei due maggiori gruppi edili nazionali, Batigroup e Zschokke. Oggi Implenia conta oltre 6mila operai ed è di gran lunga l'impresa edile nazionale più importante. Leggere le buste paga non è un'impresa facile. Soprattutto quelle relative ai cantieri sotterranei, dove le numerose voci di indennità per il tipo di lavoro svolto compongono il salario finale. Ma il controllo certosino svolto dai sindacalisti ha dato i suoi frutti. E forse altri soldi mancano all'appello. Unia sospetta che ci siano state altre "sviste", per le quali sono in corso le verifiche necessarie. 

Pubblicato il 

23.04.10

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