In questo 2010 la Fondazione Ecap festeggia i suoi primi quarant'anni di vita e sta organizzando nelle varie regioni della Svizzera dove è presente, una serie di eventi e convegni legati ai vari settori, in cui svolge la propria attività. Lo scorso 11 novembre si è tenuto a Lucerna un convegno dal titolo "Formazione per l'inclusione". In questo momento, mi sembra indispensabile soffermarsi su questo tema, per far presente quanto sia importante dare un significato alle parole, soprattutto legato all'ambito formativo e anche motivare la parola inclusione, al posto di integrazione. In primo luogo poiché l'Ecap da oltre 40 anni ha per missione principale il sostegno all'integrazione sociale e professionale delle immigrate e degli immigrati, si batte per dare loro opportunità di inclusione sociale e cittadinanza.
Il secondo motivo –prendendo spunto anche dalle riflessioni portate dal direttore della Fondazione Ecap Guglielmo Bozzolini– perché spesso con integrazione si intende solo integrazione linguistica e culturale delle e dei migranti, ma non corrisponde all'intera attività di chi si occupa di formazione degli adulti. Inoltre non si può ridurre il tema della formazione degli adulti (anche di adulti migranti) solo alla loro integrazione linguistica e culturale, tralasciando la dimensione professionale. Come sappiamo, la dimensione lavorativa è una componente fondamentale per dare maggiori opportunità di ambientarsi e inserirsi nel nostro paese per le/i migranti. D'altra parte anche perché la Fondazione, già nel 2006, ha adottato una definizione di integrazione: «… l'integrazione nella società locale, è intesa come acquisizione degli strumenti atti a permettere libere scelte di vita, anche per l'attività professionale e per la ricerca del lavoro». Con questa definizione si intende un processo che ha un forte legame con il sapere e viene pure introdotta la dimensione di libera scelta di vita, dunque avere il diritto e la possibilità di poter scegliere e questo può avvenire unicamente se, oltre ai doveri, si hanno anche i diritti.
Mi sembrava importante sottolineare di nuovo il forte legame fra formazione e inclusione, perché oggi sempre più il mercato del lavoro è permeato da fenomeni di esclusione e di precarietà. Dunque è importante dare alle persone i mezzi per affermare i loro diritti.
L'Ecap è attore della società civile e per quanto possibile cerca di avvicinare il suo pubblico, offrendo delle formazioni di prossimità, cercando pure di garantire la rappresentanza dei bisogni e pure di offrire ai migranti un'occasione di partecipazione.

Pubblicato il 

03.12.10

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