Estero

Più di duemila perquisizioni amministrative, cioè senza passare per una decisione giudiziaria, dagli attentati del 13 novembre, più di 300 persone in domicilio coatto, 210 fermi. Tre moschee chiuse d’ufficio per “radicalismo”. Due persone sono state condannate in direttissima per le violenze di domenica 29 novembre in place de la République, una per aver ferito leggermente un poliziotto con una lattina di birra (era ubriaca, condanna a tre mesi di carcere senza condizionale) e una seconda per aver rifiutato di farsi prendere le impronte digitali (mille euro di multa), con l’accusa di aver partecipato a una manifestazione proibita, a causa dello stato di emergenza.


Il 1° dicembre il governo ha presentato al Consiglio di Stato un testo di revisione della Costituzione, che già entro l’anno (il 23 dicembre) potrebbe essere adottato in Consiglio dei ministri, per essere poi presentato a Senato e Assemblea in gennaio e votato dal Congresso (le due camere riunite) a breve. La Francia sotto choc ha approvato a larga maggioranza la proclamazione dello stato d’emergenza: votata al parlamento il 19 novembre e accettata dalla popolazione, almeno stando ai sondaggi, che danno la popolarità del presidente Hollande in forte crescita, +22 punti, ormai al 50%.


«Assumiamo completamente la decisione sullo stato d’emergenza», ha tagliato corto il portavoce del governo, Stéphane Le Foll, «sia per i casseurs» delle manifestazioni che per «i terroristi». A pochi giorni dalle elezioni regionali, delle perplessità e le prime serie contestazioni cominciano difatti a farsi luce nel mondo politico e intellettuale. Sempre secondo i sondaggi, per quello che valgono in questo momento di grande confusione, benché Hollande e Valls abbiano recuperato in popolarità, le intenzioni di voto alle regionali del 6 e 13 dicembre non sembrano essere molto cambiate. L’estrema destra ha il vento in poppa.

 

Il Fronte nazionale potrebbe conquistare tra due e quattro regioni (sulle 13 che conta ormai la Francia grazie alla recente riforma che ne ha ridotto il numero dalle 22 precedenti): il Nord-Pas-de-Calais-Picardie, con la leader Marine Le Pen candidata alla presidenza, la Provenza - Costa Azzurra con la nipote Marion Maréchal-Le Pen, ma ci sarebbero anche possibilità in Alsazia o persino in Borgogna. Jean-Luc Mélenchon, del Front de gauche – partito in grande difficoltà – accusa Hollande e il governo di offrire su un piatto d’argento «una vittoria ideologica» a Marine Le Pen, con le proposte di riforma costituzionale.

 

Se il Consiglio di Stato darà il via libera, il governo potrebbe proporre ai parlamentari un testo che per «rendere più solido giuridicamente lo stato d’emergenza» ne allungherebbe la durata dagli attuali tre mesi a sei mesi. Del resto, il primo ministro Manuel Valls ha già affermato che lo stato d’emergenza potrebbe venire confermato per altri tre mesi, alla scadenza del 26 febbraio prossimo. Stato d’emergenza significa ampliamento dei poteri della polizia, che ormai agisce in modo extragiudiziario. Inoltre, la Francia vorrebbe limitare lo “jus soli” per la nazionalità, ampliando la possibilità di annullare per terrorismo la nazionalità francese anche ai francesi per nascita, se hanno un doppio passaporto (è il caso di un terzo dei cittadini nati in Francia da famiglie di origine immigrata recente, 3,5 milioni di persone circa).La perdita di nazionalità potrà applicarsi solo ai bi-nazionali, poiché la Convenzione di New York proibisce di creare degli apolidi.


La Francia “è in guerra”, ripetono Hollande e Valls, che hanno deciso progressivi interventi, dal Sahel, al Mali, al Centrafrica, all’Iraq, ora alla Siria. Poco per volta, si insinua nel paese una divisione tra cittadini che non promette nulla di buono. Il sospetto verso l’“altro” cresce. L’ex ministro Jack Lang, ora presidente dell’Institut du Monde arabe, è stato ben solo a reagire a una presa di posizione di Marion Maréchal-Le Pen, accusandola di aver tenuto propositi «assolutamente ignobili». La candidata in Provenza ha affermato: «Non siamo in terra d’islam e se dei francesi possono essere di confessione musulmana è solo a condizione che si pieghino a un modo di vita a cui le influenze greche, romane, di sedici secoli di cristianità hanno dato forma». In campagna elettorale a Tolone, la candidata era accanto al sindaco di Béziers, Robert Ménard, che ha affermato dopo aver inneggiato a Carlo Martello: «Siamo rosi dall’interno e vorrei che non avessimo voglia di vomitare». Un aneddoto? In Provenza, gli elettori stanno per eleggere presidente Marion Maréchal-Le Pen.

Pubblicato il 

03.12.15
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