Va bene. Occhi puntati sul Giappone e la sua centrale nucleare di Fukushima. Ancora non si sa se veramente farà "Bum!". Chiaramente disfattisti, ecologisti, anti-atomisti sono lì a fare gli scongiuri, a portare iella. Ci sperano quasi nella catastrofe per portare acqua alla propria diga. Subito si approfitta delle disgrazie altrui per demonizzare questa efficace ed efficientissima fonte di energia elettrica.
Il problema è stato il terremoto, non la centrale. Se non ci fossero state scosse esagerate la centrale sarebbe ancora lì, bella serena a scodellare chilowattora a tutto spiano per fare del Giappone quella grande potenza tecnologica che è. Ci sono degli scienziati, gente seria, che hanno fatto delle previsioni sulla possibile intensità dei terremoti nella zona. Poi però se la terra si mette a fare le sorprese, addio, così proprio non si può lavorare. La colpa di tutto non è di chi fa i calcoli, è di chi non sta nei parametri.
E se parliamo di centrali edificate in zone a rischio sismico, parliamo comunque di un problema marginale che riguarda solo il 20 percento degli impianti sulla terra. Circa 88 reattori che potrebbero traballare un po'. Sono cifre piuttosto irrisorie. Siamo in una botte di uranio.
Possiamo discutere all'infinito ma la conclusione è questa: al nucleare non possiamo rinunciare. La nostra è una civiltà assetata di energia. E togliamoci dalla testa l'idea di supplire al nostro legittimo fabbisogno con soluzioni tipo il fotovoltaico. Non funziona! Per due motivi. Il sole serve per abbronzarsi e questo è un argomento intuitivo. Inoltre, e qui c'è un fondamento scientifico, i pannelli solari sono brutti. Sui tetti devono starci le tegole o il beton. Stop. Saranno coperture inutili ma è la natura stessa della bellezza: non serve a nulla ed è effimera. Stesso discorso per le pale eoliche: non vorremo mica far assomigliare i crinali delle nostre maestose montagne a dei luna-park! E poi tutte queste cose non producono scorie e anche i rifiuti sono un business lucrativo. Nessuno vuole impoverirsi, neanche l'uranio.
In quanto alle dighe, ricordiamoci che sono tanto pericolose quanto una centrale nucleare in caso di terremoto. Anche se cede uno sbarramento idrico poi possiamo contare le migliaia di morti. D'accordo, uno si fida di più a piantare tende e ravanelli nel Vajont che a Cernobyl. Ma il mondo non deve per forza essere a misura di ravanello!
Infine non dimentichiamo che i disastri atomici in genere sono piuttosto circoscritti. Se proprio vivi in un appartamento con vista sul reattore, succede qualcosina, ti ingoi la tua pillolina di iodio e stai benone. E non cominciamo a raccontare le favole dell'aria contaminata che si sposta. La radioattività è un venticello che cresce di giornale in giornale. Gioco facile visto che non si vede.
E poi, butta che ti vada proprio male male, colpito da una radiazione oggi, il tumore te lo becchi fra vent'anni (anche se è tutta da dimostrare questa relazione tra causa e effetto). Dunque l'importante è non avere meno di 10 anni oggi.

Pubblicato il 

01.04.11

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