Ginevra

Scendono in piazza in difesa della scienza, “bene collettivo che nessuno ha il diritto di manipolare in nome di interessi particolari”. Scienziati e scienziate a corteo il 22 aprile a Ginevra: una prima nazionale.

 

«Molte persone mi hanno chiesto: perché lo fai? Perché non posso farne a meno!». «Lo so, c’è qualcosa di bizzarro in una manifestazione di scienziati. E te lo dico, se potessi preferirei starmene nel mio laboratorio, immerso nelle mie ricerche. Ma quanto sta accadendo di questi tempi è indecente. Abbiamo il dovere di prendere la parola». Parlano a due voci, sono trentenni e talentuosi. Sono due dei quindici scienziati residenti in Svizzera che stanno organizzando la “Marcia per la Scienza”. Courtney Thomas studia la biologia del cancro, ovvero “come cresce il cancro e perché si formano delle metastasi” all’Epfl di Losanna; James Beacham è un fisico che fa parte del progetto di ricerca Atlas del Cern a Ginevra. Sono cordiali, appassionati e si stanno impegnando per organizzare la versione elvetica della marcia che si terrà in contemporanea in tantissime città del mondo.


In principio fu Washington e le dichiarazioni inquietanti della nuova amministrazione americana. Dal negazionismo sul cambiamento climatico all’invenzione di un nuovo orizzonte della bugia ad uso della politica, i “fatti alternativi” fanno rizzare i capelli a chiunque abbia un minimo di buon senso. La danza oscura fra menzogne e verità non può che risultare indigesta a chi passa la vita cercando evidenze. Così, il primo appello americano a scendere in piazza per riportare la chiesa al centro del villaggio è riuscito in pochi giorni a raccogliere 300.000 adesioni sulla pagina Facebook dedicata all’evento.


In Svizzera come a Washington si pesano le parole, la parola d’ordine “apertura” è in prima linea: “per non escludere nessuno, ma piuttosto includere”. L’appuntamento coincide con “Earth Day”, la giornata internazionale per il pianeta, e sta riunendo una quantità di organizzazioni legate alla scienza e alla medicina. La parola d’ordine: non è una manifestazione partitica, né partigiana: «Vogliamo che resti un evento aperto a scienziati e organizzazioni di tutti i tipi e orientamenti, e soprattutto un invito a partecipare rivolto ad ogni persona che abbia a cuore l’integrità della scienza e che sia consapevole della sua importanza come bene collettivo». Courtney Thomas e James Beacham sono persone sensibili alla politica, ma Beacham ci tiene a sottolineare: «Ritengo sia un dovere come essere umano, a prescindere dalle idee politiche, informarsi e mettersi in gioco per i valori che contano per la collettività. La parola attivismo in questo senso trovo sia limitante. Credo sia normale, e doveroso, rimboccarsi le maniche».


Negli Stati Uniti fra i primi a rimettere in ordine la questione, rispondendo alle prevedibili critiche di politicizzazione, è stato il meteorologo Eric Holthaus che ha efficacemente ricordato: «La scienza è sempre stata politica, ricordatevi che cosa è successo a Galileo Galilei. È nostro dovere protestare, nel momento in cui lo stesso concetto di verità viene messo in discussione».


I nostri intervistati si alternano e completano spesso un pensiero a due voci, eppure si conoscono da poco: «Abbiamo scoperto quasi per caso che in parallelo si stavano creando due comitati, per due marce uguali ma in città svizzere diverse, e abbiamo deciso di unire le forze». Pur nella linea ecumenica, il messaggio è forte: «Assistiamo a sviluppi inquietanti. Si tenta di far passare un messaggio che mina in profondità la fiducia nella scienza, passando dalla messa in discussione del concetto stesso di fatto. Siamo preoccupati».
L’appello a manifestare, pubblicato sul sito www.marchforsciencegeneva.org, include temi forti, come il libero accesso ai risultati delle ricerche e la condivisione dei dati in nome dell’interesse pubblico. Per esempio? «Non è giusto che gli scienziati debbano dimostrare che la loro ricerca avrà un impatto immediato e pratico, per poter ottenere dei finanziamenti»; «i risultati dovrebbero essere gratuiti, pubblici, alla portata di chiunque».
Uguaglianza è una delle parole di grande impatto: «Credo nell’uguaglianza di tutte le persone e rifiuto indignata qualunque tentativo di utilizzare la scienza come giustificazione per opprimere o in qualunque maniera fare del male a persone o gruppi di persone», insiste Courtney Thomas. Le fa eco James Beacham: «La diversità rende migliore questo pianeta, è fondamentale nel mondo della scienza e fa di noi tutti dei migliori scienziati. È davvero uno dei nostri più grandi punti di forza! Un patrimonio essenziale di punti di vista, prospettive e ideali differenti». E ancora: la scienza appartiene a tutti, e siamo tutti e tutte scienziati, perché «la curiosità che è all’origine di qualunque ricerca fa parte dell’essere umano».


La manifestazione partirà da Place du Rhône, si snoderà nella zona dei ponti pedonali per tornare al punto di partenza dove ci saranno dibattiti ed esposizioni curati da scienziate e scienziate che lavorano nelle grandi istituzioni svizzere, dal Cern alle accademie e al World Climate Research Programme. Corteo e iniziativa in piazza sono del tutto privi di barriere architettoniche. La marcia svizzera ha un sapore particolarmente inclusivo, perché «Ginevra è il posto giusto per celebrare la scienza, l’importanza delle evidenze e l’interesse pubblico. Parliamo di una regione unica, che ospita organizzazioni internazionali di punta nel campo della ricerca e dei diritti umani. Una regione che è un esempio luminoso di che cosa può succedere se non hai paura di attraversare le barriere culturali». Le reazioni? «grande entusiasmo». E le istituzioni? «In via informale, abbiamo ricevuto segnali di sostegno. Naturalmente molte non possono mettere ufficialmente il loro logo sotto una manifestazione del genere. Ma d’altronde non puntiamo ad avere sigle istituzionali. Vogliamo persone in carne ed ossa, di qualunque orientamento. E sarebbe bellissimo se ne venissero anche dalla Svizzera italiana».
Intanto si segnala però l’adesione, non certo scontata, delle Accademie svizzere delle scienze.

Pubblicato il 

30.03.17
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