Grecia

Il governo della sinistra in Grecia non solo non si piega alle forte pressioni e ai diktat dei creditori del paese, dell’Unione europea, della Bce e del Fmi, ma accresce il suo consenso. Questo grazie alla coerenza e al coraggio di Syriza e di Alexis Tsipras di applicare subito una serie di misure a favore degli strati sociali colpiti pesantemente dalla crisi, dimostrando così che ci sono realmente alternative all’austerità, l’impove-
rimento e alla macelleria sociale imposti dalla defunta Troika.

 

In Grecia sono tornati la rabbia della gente contro le istituzioni europee, il Fmi e la Germania, e l’orgoglio nazionale per un governo che tratta, si batte e cerca di difendere con le unghie il poco che è rimasto ai deboli e cerca di far pagare il costo della crisi ai ricchi, mentre la paura alimentata scientificamente da Berlino, Bruxelles e Francoforte e dai sostenitori dell’austerità in Grecia (in primis dal governatore della Banca Centrale del paese Stournaras) ha già fatto scappare dalle banche quasi un terzo della liquidità dei conti, pari al 15% del Pil. Se Merkel e Samaras hanno perso alle urne cercano di riscattarsi soffocando il governo di Tsipras.


Secondo l’ultimo sondaggio di Public Issue pubblicato il 24 maggio scorso, Syriza è a 27,5 punti percentuali sopra Nuova Democrazia e 11 punti sopra il risultato delle elezioni del 25 gennaio scorso. Syriza è al 48,5% nelle intenzioni di voto e la popolarità di Tsipras viaggia attorno al 67%, quella di Varoufakis al 59%. Nuova Democrazia è ferma al 21% e tutti gli altri partiti sono in caduta libera. Il consenso della gente è la vera arma di Tsipras nelle trattative ormai dirette con la Merkel.


Syriza e Tsipras hanno probabilmente sorpreso tutti per la rapidità con cui hanno formato il governo e adottato misure a favore delle fasce più deboli, per come si sono imposti a livello mediatico senza disporre di alcun grande mezzo di informazione e per aver conquistato il cuore dei greci nel nome di un miglioramento delle loro condizioni economiche e sociali.


Tsipras e Syriza mantengono le loro linee rosse che piacciono ai greci, come il rifiuto di qualsiasi altra diminuzione degli stipendi e delle pensioni, oggetto di accordi tra il precedente governo e la Troika.
Il governo di Tsipras ha votato la legge per affrontare la crisi umanitaria, ammessa anche dal ministro delle finanze tedesco nell’Eurogruppo del 20 febbraio, ha emanato una legge per il pagamento con comodissime 100 rate dei debiti delle persone fisiche e delle imprese nei confronti del fisco e dello Stato, cancellando multe e interessi, non ha applicato buona parte delle misure contro i pensionati, ha votato la legge per la riapertura della televisione pubblica Ert, ha votato in parlamento misure a sostegno della scuola e della sanità pubblica ed ha riaperto le porte dei ministeri e delle scuole a molte persone che erano state licenziate dai precedenti governi.
Offrire ad un numero di famiglie bisognose la corrente elettrica, sostenerne altre con il pagamento dell’affitto e dare buoni alimentari sono atti che testimoniano una grande svolta politica, sociale e culturale.
La cinica reazione del ministro delle finanze tedesco, che ha tacciato Tsipras e il suo governo di regalare privilegi, ha avuto come unico effetto quelle di aumentare la popolarità del primo ministro greco e dei suoi ministri.


Il ritorno al lavoro della donne delle pulizie al Ministero delle finanze e le loro foto con Alexis Tsipras non solo hanno fatto il giro del mondo, ma hanno anche scolpito nel cuore dei greci la consapevolezza che il loro governo si batte per una vera giustizia sociale e che sta dalla loro parte. Questo anche per assumere posizioni in difesa dei diritti dei lavoratori più avanzate di quelle dei sindacati greci.


In un momento in cui per esempio in Italia si attaccano i diritti dei lavoratori e la scuola pubblica, il governo di Syriza ha preparato una legge per riportare in vigore la contrattazione collettiva del lavoro, per combattere il precariato, ripristinare gran parte delle garanzie e cominciare ad aumentare il salario minimo per portarlo nel corso dei prossimi dodici mesi ai livelli precedenti la crisi. Il fatto che lo Stato greco, facendo attenzione a non aggravare i conti pubblici, ha annunciato l’assunzione di più di 2.400 insegnanti nella scuola pubblica e 4.000 persone per coprire le emergenze umanitarie nella sanità pubblica, dimostra che oltre all’austerità esiste una sinistra sociale che anche in condizioni disperate può avere un ruolo forte e utile per la gente.


Il settore del sanità pubblica è diventato un campo di battaglia tra il governo e l’opposizione dei conservatori e dei socialisti, perché Syriza punta a far sparire le code nei centri sanitari, a far diminuire i prezzi dei generi di consumo, a migliorare le relazioni dei cittadini con l’amministrazione, ad aumentare la sicurezza dei cittadini nei quartieri, a garantire una vivace vita culturale e sportiva (per esempio attraverso la nuova legge sullo sport che, dopo l’interruzione del campionato per fatti di violenza, prevede che la polizia segua disarmata gli eventi sportivi).


La battaglia contro l’evasione fiscale, la corruzione, il clientelismo, il riciclaggio di denaro sporco e la burocrazia comincia a far capire ai greci che Syriza non vuole essere la continuazione dello stato dei conservatori e dei socialisti, che aveva spinto l’ex primo ministro ed ex presidente dell’Internazionale socialista George Papandreou ad ammettere di vivere in uno Stato corrotto!


Tsipras rifiuta con coraggio di prendere misure contro le famiglie deboli e la classe media impoverita e insiste per una soluzione definitiva sul debito, per una consistente diminuzione del surplus primario previsto dagli accordi firmati dai governi di Papandreou, Papadimos e Samaras, nonché sulla necessità di investimenti pubblici che facciano ripartire l’economia greca e creino lavoro.


Le trattative con la Russia e la Cina per una collaborazione economica non potranno dare risultati positivi nel breve periodo, ma sembrano abbastanza importanti da accrescere il nervosismo di Berlino e Washington per il futuro geopolitico nel prezioso Mediterraneo orientale.

Pubblicato il 

02.06.15
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