Politica

Negli ultimi anni, con il sostegno di diversi parlamentari borghesi, la lobby immobiliare ha rafforzato la propria presenza a Berna. Analisi di un fenomeno in cui non mancano i conflitti d’interesse.

Il 2012 è stato un anno nero per il settore immobiliare. Tre le votazioni perse: due sì, all’iniziativa Weber e alla Legge sulla pianificazione territoriale, e un no, a un’iniziativa promossa dall’Associazione svizzera dei proprietari fondiari (Apf). Ma se non si può convincere il popolo, si può perlomeno influire sui suoi rappresentanti in Parlamento.

 

A questo devono avere pensato immobiliaristi e proprietari fondiari che, considerata la tendenza sfavorevole alle urne, hanno deciso di operare per aumentare il proprio peso politico a Berna. Dal diritto di locazione al mercato ipotecario sono infatti diversi gli aspetti della politica federale che toccano gli interessi, e quindi i quattrini, dei grossi investitori attivi nel settore immobiliare.


In Parlamento, negli ultimi due anni, diversi deputati si sono distinti per la loro dedizione alla causa. I più attivi sono stati Hans Egloff (Udc), presidente dell’associazione svizzero-tedesca dei proprietari, e Olivier Feller (Plr) che dirige la Federazione romanda dell’immobiliare (Fri) e la Camera immobiliare vodese. A titolo di esempio possiamo citare l’iniziativa parlamentare depositata da Feller per fare in modo che, nell’ambito del diritto di locazione, gli affitti non debbano più dipendere dal tasso ipotecario di riferimento. In sostanza, il rappresentante degli immobiliaristi romandi chiede di abolire la norma che considera come abusivo l’affitto che procura ai proprietari un profitto superiore allo 0,5% in rapporto al tasso ipotecario di riferimento. Una norma che dovrebbe proteggere gli inquilini da pigioni abusive ma che, in un contesto in cui questo tasso continua a scendere, è considerata un ostacolo ai profitti dei proprietari.


Sotto la cupola di Palazzo federale i deputati fedeli agli interessi del settore immobiliare sono diversi. L’Udc è, di gran lunga, il partito più rappresentativo di questi interessi. Oltre a Hans Egloff, altri consiglieri nazionali del fu partito agrario sono membri delle varie sezioni regionali dell’Apf: Thomas Müller, Gregor Rutz, Walter Wobmann, Roland Rino Büchel, Verena Herzog e Hansjörg Knecht. Altri, come Thomas de Courten e lo stesso Egloff hanno procurato l’autorizzazione d’accesso a Palazzo federale a vari membri dell’associazione. E non dimentichiamo poi lo zurighese Thomas Matter, multimilionario, fondatore di una banca, presidente dell’immobiliare Phitora AG e di Matter Group AG, la sua holding personale che possiede società attive nell’immobiliare in Svizzera e all’estero.


Il fantasma della Lex Koller

In vigore dal 1985, la Lex Koller restringe l’acquisto di immobili da parte degli stranieri non residenti in Svizzera. Nel corso degli anni la legge è stata ammorbidita a più riprese, tanto che, negli ambienti immobiliari, si sperava in una sua veloce abrogazione. Questo fino a quando, due anni fa, la consigliera nazionale socialista Jacqueline Badran si attiva per un suo nuovo rafforzamento. Nel settembre 2013, la parlamentare zurighese deposita due mozioni con l’obiettivo di limitare alcune operazioni immobiliari degli stranieri non residenti: una propone di vietare loro l’acquisto di immobili ad uso professionale e commerciale; l’altra intende proibirne gli investimenti indiretti attraverso fondi immobiliari o società quotate in borsa. Quando, qualche mese più tardi, le due proposte ricevono l’appoggio di Consiglio nazionale e Consiglio federale, negli ambienti immobiliari si diffonde il panico. Bisogna impedire a tutti i costi che le due mozioni siano approvate anche al Consiglio degli Stati, la cui discussione è prevista nel giugno del 2014.


È in questo contesto che i rappresentanti del settore montano le barricate e creano un apposito gruppo di pressione chiamato “Alleanza Lex Koller: per una legge moderna”. Alla sua testa sono nominati Peter Forstmoser, già professore all’Università di Zurigo, e Daniel Fässler, avvocato, consigliere nazionale e landamano di Appenzello Interno. In particolare Forstmoser sarebbe toccato direttamente da un’eventuale restrizione della legge in quanto membro del consiglio d’amministrazione di PSP Swiss Property AG, una delle principali società immobiliari svizzere, quotata alla borsa di Zurigo.


Alla vigilia del voto sulle mozioni Badran, i consiglieri agli Stati sono sommersi dal materiale di propaganda diffuso dall’Alleanza. Il senatore sciaffusano Thomas Minder (indipendente) paragona tali pressioni a «un’intimidazione». L’operazione è pilotata da veri e propri professionisti: il dominio del sito web del gruppo di pressione, attivo da maggio 2014, appartiene infatti alla società Dynamic Group, specialista nel lobbying politico. Durante il dibattito, diversi consiglieri agli Stati si battono per la difesa dello statu quo. Non senza conflitti d’interessi. Come quello del lucernese Georges Theiler (Plr), presidente del cda di Mobimo Holding, altro grande gruppo immobiliare elvetico quotato in borsa. O quello del turgoviese, già candidato al Consiglio federale, Roland Eberle (Udc), presidente di Hrs Holding, numero due del mercato fondiario svizzero. Inoltre, così come nel Consiglio nazionale anche in quello degli Stati l’Associazione svizzera dei proprietari fondiari ha piazzato le sue pedine: Christine Egerszegi-Obrist (Plr), Hannes Germann (Udc) e Brigitte Häberli-Koller (Ppd). Inutile dubitare del risultato finale della votazione: le due mozioni sono respinte.


Scampato il pericolo, i rappresentanti del settore decidono di coalizzarsi e rafforzare la propria presenza alle Camere federali. Tre settimane dopo questa votazione favorevole, viene creato un gruppo interparlamentare il cui scopo dichiarato è quello di fare pressione presso le Camere federali. Co-presieduto da Hans Egloff, Olivier Feller e Brigitte Häberli-Koller il gruppo, chiamato “Proprietà del suolo e alloggio”, si è riunito per la prima volta nel dicembre 2014.

Pubblicato il 

24.09.15
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