Sembra una banalità, ma una volta tanto va pur detta: pagare le imposte è sostanzialmente un problema di chi se lo può permettere. Più si guadagna e più si è ricchi, più si paga. Il classico problema grasso, dunque. Con un corollario, altrettanto banale ma che non ci si dovrebbe mai dimenticare di ripetere: che in cambio delle imposte lo Stato garantisce prestazioni e servizi che permettono, a chi ce la fa, di conseguire redditi e di accumulare ricchezze.
Queste semplici verità è il caso di ricordarle ora che il Ticino è tornato a dibattere di fiscalità. Per l'ennesima volta il 29 novembre i cittadini ticinesi dovranno infatti esprimersi su uno sgravio fiscale. Il Gran consiglio aveva deciso di ridurre dal 9 all'8,5 per cento l'imposta sugli utili delle persone giuridiche. Contro questa decisione i sindacati e i partiti di sinistra avevano lanciato con successo il referendum. Allo Stato verrebbero infatti a mancare 25 milioni all'anno (14 al Cantone, 11 ai comuni). Fanno 100 milioni in quattro anni. Tutto questo mentre i cittadini e le cittadine ticinesi lottano ogni giorno contro una crisi che ne erode redditi e opportunità. Milioni che vanno ad accumularsi a quelli degli sgravi masoniani e leghisti degli anni passati e che oggi la maggioranza della popolazione paga in termini di minori prestazioni e servizi.
Ma non si capisce nemmeno che cosa vogliano i sostenitori di questo nuovo regalo alle imprese che fanno utili. Perché il governo aveva proposto di ridurne l'aliquota per due anni, nel contesto del pacchetto di misure anticrisi. Una manovra già di per sé bislacca, perché favorisce solo chi in questi anni la crisi non la sente togliendo allo Stato delle risorse utili ad aiutare chi la crisi la subisce. Ma il parlamento ne ha approfittato per inventarsi uno sgravio fiscale definitivo. Come ai bei tempi di masoniana memoria.
In questo quadro, ad intorbidire il dibattito, ci si è messa la perenne gazzarra tutta interna al Partito liberale e alla sua costola leghista. Con la ministra delle finanze Laura Sadis da un lato e i masoniani del Corriere del Ticino dall'altro a disquisire su chi possa vantare il merito di avere operato più sgravi, cioè di avere tolto più risorse allo Stato e ai cittadini. E con la Lega che di sgravi ne vuole più di tutti: tanto per far capire che i Bignasca sono dalla parte di chi i soldi ne ha, e tanti, e che "la gent" si arrangi.
E allora ricordiamolo: pagare le imposte è un problema grasso. E ricordiamolo soprattutto in questi tempi di vacche magre.

Pubblicato il 

06.11.09

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