Nel novembre 2012 è stata presentata la prima parte del Piano cantonale dell’alloggio. Molte le promesse e le intenzioni contenute nel documento. Primo fra tutti l’impegno di procedere alla stesura di una seconda fase nella quale individuare e presentare le misure d’intervento necessarie a risanare il mercato dell’alloggio locativo. Tante le aspettative poiché il contenuto della prima parte di questo importante strumento lasciava intendere che si erano create le basi per intervenire in modo differenziato e mirato con misure che toccavano diversi ambiti, quello finanziario ed economico, quello giuridico, quello pianificatorio.


I dati raccolti che hanno permesso di radiografare il mercato locativo erano tanto significativi, quanto ovvi per chi, come l’Asi, di questo mercato vede tutte le storture e le conseguenze nefaste.
Ci si poteva quindi attendere un’accelerazione nel completare lo studio e giungere in tempi brevi a proporre soluzioni e creare le basi decisionali opportune per dare il via a misure concrete.


A distanza di un anno e mezzo, non avendo più avuto nessun sentore che qualche cosa si muove in questa direzione, è viva l’amarezza di constatare una volta di più che il problema del’alloggio non è certo fra quelli sentiti.


Nel frattempo il costo delle pigioni continua a lievitare, in particolare nel nostro cantone, dove ad esempio vivere in città non è più una scelta per tutti, ma solo di chi può disporre un reddito alto e dove quel che resta del nostro territorio viene sprecato nella costruzione di alloggi che non potranno mai essere occupati dalla maggior parte della popolazione ticinese.
L’Asi di fronte a tutto ciò non è stata indifferente e il suo costante impegno anche nell’anno scorso si è differenziato sui due binari sui quali corre la sua attività: il servizio di consulenza e di informazione ai soci e l’azione più politica.


Un anno d’impegno quindi per tutti i collaboratori e collaboratrici che nei diversi uffici hanno prestato migliaia di ore per consigliare, accompagnare, rappresentare gli inquilini nelle molteplici vertenze che hanno composto il piatto forte dell’attività.


Un impegno nell’informare gli inquilini sui loro diritti tramite Inquilini Uniti, ma anche direttamente con presenze sul campo in diverse località del cantone.


Un impegno politico nel denunciare la situazione sempre più precaria di tanti, troppi inquilini e nel chiedere a viva voce allo Stato di intervenire con misure appropriate e con tempestività per arginare gli abusi e incentivare l’ampliamento dell’offerta di alloggi sociali. Ancora recentemente in una lettera indirizzata al direttore del Dss, l’Asi ha ribadito la necessità di una politica attiva e responsabile in questo delicato e problematico settore e ha sottolineato una volta di più l’importanza dell’intervento dello Stato per rendere concreto il postulato costituzionale che sancisce il diritto di ogni cittadino ad un alloggio dignitoso. Ricordiamo che da troppi anni l’alto livello delle pigioni espone circa un terzo della popolazione svizzera al rischio di povertà. Una situazione che obbliga di rimando lo Stato a intervenire per evitare l’esclusione. Meglio sarebbe quindi prevenire con una migliore, tempestiva, programmata e mirata prevenzione attraverso una politica dell’alloggio lungimirante.

Pubblicato il 

02.05.14

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