Il Sindacato svizzero dei massmedia (Ssm) denuncia ancora una volta le scelte aziendali e la gestione dell'attuale dirigenza della Radiotelevisione svizzera (Rsi). Il sorpasso strutturale di 10 milioni  di franchi del budget 2010 – che si aggiunge alle già annunciate misure di risparmio della Ssr per fare fronte al deficit annuale di circa 80 milioni che ricadranno anche sulla Rsi – è la conferma di una conduzione avventata, autoritaria e irresponsabile, che ricade ora sul personale e sull'offerta dei programmi.
La Rsi ha annunciato di sopprimere alla fine del 2009 la trasmissione "La Tele", di tagliare sei programmi di intrattenimento della prima serata del sabato, di rinunciare alla produzione di una fiction televisiva, oltre ad altri tagli in altri settori.
Questa manovra è una conseguenza del precariato ormai da diversi anni adottato dalla Rsi attraverso anche il lavoro interinale. Un tempo la Radiotelevisione era un ente che sapeva assumere e avviare i giovani alle professioni specifiche e a carriere importanti. Oggi invece ingaggia in modo precario persone che hanno già acquisito esperienze altrove, le sfrutta e le molla appena le priorità diventano altre.
Crediamo che negli ultimi mesi l'azienda non sia stata all'altezza del suo compito. L'ultima stagione è stata quella dei festeggiamenti per il cinquantesimo della televisione, del lancio del canale televisivo di Alta definizione, del nuovo logo lanciato in pompa magna, del nuovo sito internet. In questi giorni si è passati a nuove scenografie del telegiornale, nuove sigle di radio e televisione… Intanto l'offerta perde quota, la piattaforma multimediale non funziona, il sito internet è in chiara difficoltà.
I telegiornali del mattino stanno per essere stravolti. Una trasmissione radiofonica di successo come "12.12" è già stata recentemente soppressa. C'è stato il disimpegno dalla Fondazione dell'orchestra della Svizzera italiana. Pensiamo sia legittimo avere dei dubbi su come sono gestite le risorse. Per di più, tra le scelte presentate come inderogabili e strategicamente necessarie, c'è anche la Convergenza forzata tra l'informazione radiofonica, televisiva e multimediale. I cui costi (cifre Ssr) superano gli 11 milioni di franchi.
Così come è stata finora applicata, la convergenza ha generato malumori e resistenze da parte del personale delle redazioni radio, televisiva e multimediale: per i costi dell'operazione, per i problemi logistici oggettivi e per gli obiettivi editoriali ancora molto fumosi. Un malcontento alimentato anche da una gestione del personale improvvisata, poco trasparente e dalla recente decisione di modificare la curva salariale riducendo gli stipendi medio bassi per aumentare quelli alti, senza toccare gli stipendi dei quadri.
L'Ssm si chiede se la Rsi sia cosciente del proprio ruolo e si meraviglia che il Consiglio di amministrazione della Corsi non abbia mai reagito (ma è realmente informato?) a questo tipo di gestione e ai problemi finanziari che non emergono improvvisamente, ma sono il frutto di una politica finanziaria sbagliata, determinata da scelte avventate, spesso improvvisate e contraddittorie, che causano sprechi in un momento di difficile congiuntura. Tanto che, da qualche anno, per fare quadrare i bilanci la Rsi ha dovuto attingere alle riserve.
Il sindacato Ssm non accetta che la Rsi scarichi sul personale gli effetti negativi di scelte imposte dall'alto senza un vero coinvolgimento né dei dipendenti né dei loro rappresentanti sindacali.

Pubblicato il 

25.09.09

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