Bilaterali, molte rose e qualche spina

Come noto lo scorso primo giugno sono finalmente entrati in vigore gli Accordi bilaterali tra la Svizzera e l’Unione Europea. Quello sulla libera circolazione delle persone è un accordo di grande importanza che, in parte, serve a far superare molte delle difficoltà legate alla non appartenenza della Confederazione all’Unione Europea. Ma si tratta di un accordo che gratifica innanzitutto gli immigrati in Svizzera che sono cittadini di uno dei Paesi dell’Unione, e cioè una massa notevole di persone se si considera che circa il sessanta per cento degli stranieri residenti in Svizzera sono cittadini comunitari e che, giornalmente, entrano in Svizzera da tutti i Paesi limitrofi oltre centosessantamila lavoratori frontalieri. Infatti questi lavoratori e cittadini dell’Ue possono beneficiare dei vantaggi derivati dagli Accordi bilaterali in maniera duplice: prima di tutto come cittadini comunitari ma anche alla stessa stregua dei cittadini elvetici in quanto pure residenti nella Confederazione. Limitandoci a considerare la sola comunità italiana (310 mila persone residenti, più circa 33 mila lavoratori frontalieri) va, per esempio, apprezzato che grazie ai Bilaterali i cittadini italiani in Svizzera possono, oggi, programmare più liberamente il loro futuro. Basti pensare agli emigrati più anziani di prima generazione che, con le nuove regole sulla libera circolazione, possono affrontare con meno affanno la Terza età. Infatti, una volta in pensione di vecchiaia possono scegliere, adesso, se pendolare tra la Svizzera e l’Italia, oppure rientrare in Italia, realizzando il sogno di una vita da emigrato, sapendo altresì che poi, se vorranno, potranno sempre tornare in Svizzera per vivervi la loro vecchiaia vicino ai figli ed ai nipoti. Figli che, in genere, essendo integrati e sistemati professionalmente in Svizzera, restano ormai in questo Paese e non seguono più i genitori in Italia. Ma non solo. Anche i ricongiungimenti familiari in Svizzera tra gli emigrati ed i loro genitori anziani residenti in Italia e, magari, mai stati emigrati nella Confederazione, si potranno realizzare in modo più facile. Inoltre questa maggiore libertà di movimento sarà resa anche meno complicata ed economicamente meno onerosa per quanto concerne l’assistenza sanitaria. Infatti, oggi, pure nei rapporti tra la Svizzera e l’Unione Europea per essere assicurati contro le malattie sia per chi si muove da un Paese all’altro per motivi turistici che per coloro che, invece, trasferiscono la residenza, ci sarà la possibilità (in molti casi) di mantenere la copertura assicurativa tramite la propria assicurazione avvalendosi dei cosiddetti Modelli E111 (turismo) ed E121 (trasferimento residenza) con evidenti vantaggi, quantomeno, per chi si sposta dall’Italia in Svizzera. Ovviamente con i Bilaterali non si sono avute solo rose ma anche qualche spina come, per esempio, per i cittadini italiani, quella del blocco dei trasferimenti dei contributi Avs all’Inps in Italia, che tanto ha fatto, e continua a fare imbestialire molti emigrati italiani in procinto di pensionarsi con il sistema italiano. Ma questa è un’altra storia, così spinosa che meriterà una riflessione più approfondita!

Pubblicato il

11.10.2002 13:30
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