Il velo svizzero sotto al quale le donne subiscono

Una campagna cantonale lunga 16 giorni e forte di azioni di attivismo contro la violenza di genere, che tocca l'Iran quanto il Ticino: "Un fenomeno mondiale che va combattuto"

Una donna picchiata, una donna uccisa, una donna violentata. Basta. A partire da oggi, venerdì 25 novembre, Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, e fino al 10 dicembre anche il canton Ticino, il sindacato Unia, Amnesty International e altre associazioni aderiscono alla campagna delle Nazioni unite con una serie di attività per generare una presa di coscienza su un problema di genere che, continuando a divampare, rimane irrisolto. 

E se un giorno non basta, saranno ben “16 giorni di attivismo contro la violenza di genere” quelle che si terranno in Ticino, sull’onda della campagna mondiale, nota anche come “Orange the world”. L’arancione – colore che simboleggia un futuro ottimista, libero da questo tipo di violenza –  vuol essere non un filo conduttore, ma luminoso, che lega le tante iniziative promosse in tutto il mondo.  

In Iran le giovani stanno morendo ammazzate per un velo. Lo stiamo assistendo con orrore in queste settimane. Chi pensava fosse un problema della repubblica islamica, deve ricredersi. Nell’Europa dell’Illuminismo vengono uccise in media quattro donne al giorno: per la precisione, una ogni sei ore. Quelle picchiate o abusate dal partner, invece, sono una su cinque.

 Non va meglio in Svizzera, anzi, dove ogni due settimane una donna viene uccisa nell’ambito delle proprie relazioni. E in Ticino? Nel 2021 si sono registrati due femminicidi (a Breganzona e a Bellinzona), mentre un terzo è stato tentato a Solduno. 

 

C’è un problema, ed è trasversale nel mondo, e riguarda il rapporto fra uomini e donne e la violenza esercitata dai primi sulle seconde. Le proteste e l’indignazione della popolazione che sfida le autorità iraniane sono simbolo di una rivoluzione in atto: quella rivoluzione culturale che è necessaria in ogni dove per combattere la violenza di genere, che si consuma in tutto il mondo, non si ferma alle frontiere e non fa distinzioni fra nazioni povere e ricche. È una questione culturale antica come l’uomo (e la donna).  

«Per modificare realmente questo stato di cose, bisogna creare le condizioni per una maggiore consapevolezza sociale affinché più reazioni collettive siano possibili, come è stato nel caso dei movimenti come “#Metoo” (contro le molestie) o ”#nonunadimeno” (contro la violenza fisica subita dalle donne). Ci vuole l’impegno delle organizzazioni sindacali e politiche, che evitino gli sterili proclami e che siano in grado di provocare uno scatto collettivo e la partecipazione della società civile. Senza una presa di coscienza collettiva della violenza subita dalle donne, non ci sarà nessuna ribellione e infine, non ci sarà nessun reale progresso» annota Chiara Landi, responsabile del Settore Terziario Unia Ticino e Moesa. 

Alla 16 giorni partecipa anche Amnesty International Svizzera, il suo gruppo DAISI e Fondazione Diritti Umani Lugano, con l’azione “Non ci siamo tutte, manca una di noi”.

Le 717 infrazioni in ambito domestico registrate dalla Polizia cantonale nel 2021 non lasciano spazio ai dubbi: la violenza domestica, che nella maggior parte dei casi colpisce le donne, è una realtà anche in Ticino», afferma Gabriela Giuria, responsabile Fondazione Diritti Umani Lugano e attivista DAISI. «Sappiamo che per le vittime chiedere aiuto può essere estremamente difficile, dal profilo pratico e psicologico. Se la campagna “Non ci siamo tutte, manca una di noi” farà si che una donna in difficoltà chieda sostegno avremo raggiunto il nostro obiettivo» continua Giuria.

La campagna si conclude sabato 10 dicembre con lo spettacolo “Doppio taglio” di Cristina Gamberi e Marina Senesi in scena alle 20.45 al Teatro sociale di Bellinzona. Un evento  promosso dal Coordinamento donne di sinistra, sindacato Unia, Sindacato del personale dei trasporti, Syndicom, Sindacato svizzero del personale dei servizi pubblici e sociosanitari, Associazione movimento AvaEva e Comundo.

Per il programma completo degli eventi proposti cliccare qui: 

 

https://www3.ti.ch/COMUNICAZIONI/214610/20221111UDIV-SG-Flyer%20violenza%20domestica.pdf

 

 

Pubblicato il

25.11.2022 14:58
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