Italiani all’estero, ultimo test prima del voto politico del 2006

In questi giorni gli elettori italiani residenti all’estero hanno potuto avvalersi ancora una volta della recente legge (nr. 459 del 2001) sul voto all’estero e votare per corrispondenza per i referendum italiani sulla procreazione assistita. Ovviamente si è votato anche in Svizzera dove risiede una delle comunità italiane all’estero tra le più numerose, nonostante che i grossi flussi migratori dall’Italia verso la Confederazione siano cessati fin dagli anni Settanta. Basti pensare che in Svizzera risiedono, ancora oggi, ben 525mila italiani di cui circa 225mila con doppia cittadinanza. Quindi grande fermento e lavoro straordinario nella rete consolare italiana in Svizzera (5 Consolati Generali, 2 Consolati e 4 Agenzie consolari), peraltro in forte sofferenza di personale, sia per il lavoro connesso all’invio dei plichi elettorali che per cercare di poter far votare anche quei cittadini italiani che non avevano ricevuto il plico a causa del non perfetto allineamento dei dati tra l’Anagrafe Consolare, gestita dal Ministero degli Affari Esteri, e le Anagrafi degli Italiani Residenti all’Estero (Aire) gestite invece dai Comuni e che sono quelle utilizzate per le elezioni. Un problema che, purtroppo, si trascina ormai da anni e che non è stato ancora risolto dal governo italiano. Quello in votazione in questi giorni è il secondo referendum in cui gli italiani all’estero hanno potuto votare per corrispondenza (termine il 9 giugno) e, nella prima occasione (nel 2003, referendum per l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori e le servitù per gli elettrodotti), la comunità italiana in Svizzera fu quella che partecipò al voto con la percentuale più alta (31,75 per cento) rispetto ad ogni altro Paese europeo, segno evidente che gli italiani nella Confederazione sono tra i più interessati alla vita politica italiana. Adesso staremo a vedere quale sarà la partecipazione al voto in questa occasione e l’effetto che avrà avuto sugli elettori italiani in Svizzera la sollecitazione all’astensione dal voto delle molte sirene italiche interessate alla bocciatura dei referendum attraverso il non raggiungimento del quorum del 50 per cento più uno del corpo elettorale. Speriamo che all’estero gli elettori siano stati sordi al canto di quelle sirene poiché questo referendum (al di là del suo risultato che noi auspichiamo comunque sia il “sì” a tutti e quattro i quesiti) era l’ultimo test prima del voto politico italiano del 2006 in cui gli italiani residenti nella così detta “Circoscrizione Estero” potranno eleggere nel Parlamento italiano dodici deputati e due senatori. Un ultimo test per verificare lo stato di salute dell’Anagrafe e le capacità della rete consolare di gestire questo tipo di elezioni. E per gli emigrati un’ulteriore occasione per dimostrare l’interesse per la politica italiana ai tanti scettici che vi sono ancora oggi in Italia nei confronti della legge sul voto all’estero.

Pubblicato il

10.06.2005 14:00
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