Politica

Premi di cassa malati, il Governo non concede sconti

Pur riconoscendo il problema, il Consiglio federale scende in campo contro l’iniziativa per limitare i premi al massimo al 10% del reddito in votazione il 9 giugno

I premi dell’assicurazione malattie rappresentano un problema per larghe fasce della popolazione, ma la proposta di fissare un tetto massimo, pari al 10 per cento del reddito disponibile di una famiglia, non è la medicina giusta. Così, a grandi linee, il Consiglio federale motiva la sua posizione contraria all’iniziativa socialista “per premi meno onerosi” in votazione il prossimo 9 giugno. Iniziativa che proprio questo chiede, nell’ottica di una protezione del potere d’acquisto della popolazione.

 

Essa “interviene esclusivamente sul finanziamento dei premi, ma non prevede alcun incentivo diretto al contenimento dei costi sanitari. Inoltre, chiede che sia la Confederazione a contribuire in maggior misura alla riduzione dei premi, sebbene i costi della salute siano fortemente influenzati dalle decisioni dei Cantoni”, contesta il Consiglio federale, che oggi ha avviato la sua campagna. Con al fronte la ministra della sanità Elisabeth Baume-Schneider, che dopo aver combattuto contro la 13esima rendita AVS (approvata dai cittadini lo scorso 3 marzo) si ritrova a sostenere una posizione opposta a quella del suo partito. Una circostanza assolutamente normale nel nostro sistema consociativo, ma certamente poco agevole per la consigliera federale giurassiana.

 

«Il Consiglio federale è consapevole che l’onere dei premi dell’assicurazione malattie rappresenta un problema che grava sulle economie domestiche in Svizzera, ma questa è una risposta inadeguata», ha affermato Baume-Schneider in una conferenza stampa tenutasi stamani a Berna, sottolineando come negli ultimi anni alcuni Cantoni non abbiano aumentato il loro contributo alla riduzione dei premi nella stessa misura della Confederazione, che adegua il proprio contributo all’aumento dei costi sanitari. Nel 2020 il contributo effettivo della Confederazione alla riduzione dei premi ammontava a 2,9 miliardi di franchi, quello dei Cantoni a 2,6 miliardi di franchi. I contributi cantonali variano tuttavia molto da un Cantone all’altro: nel 2020 si situavano fra il 12 e il 67 per cento del totale, il resto era coperto dalla Confederazione.

 

Di qui la raccomandazione a respingere l’iniziativa socialista, con l’aggiunta di una promessa: quella di “intervenire in maniera più efficace e duratura sull’onere finanziario derivante dai premi che grava sui bilanci delle economie domestiche”. A tal fine, è stato ricordato, Governo e Parlamento contrappongono un controprogetto indiretto (che entrerebbe in vigore se l’iniziativa venisse respinta): esso prevede che l’ammontare dei sussidi che un Cantone deve garantire per finanziare la riduzione dei premi dipenda dal livello dei costi sanitari del Cantone stesso. Sostiene il Consiglio federale: “In questo modo i Cantoni con costi sanitari elevati dovrebbero pagare di più rispetto a quelli con costi inferiori e sarebbero così incentivati a contenere i costi lordi dell’assicurazione obbligatoria delle cure medico-sanitarie (AOMS). Un Cantone che riesce a frenare l’aumento dei costi sul proprio territorio, ad esempio con una pianificazione ospedaliera efficace, risparmierà anche sui costi legati alla riduzione dei premi”. 


«È necessario avere fiducia nella Confederazione e nei Cantoni», ha affermato la Consigliera federale rispondendo a un giornalista che le chiedeva come pretenda di convincere i cittadini che intendono votare a favore dell’iniziativa socialista da cui otterrebbero un beneficio immediato e tangibile. «È il cuore della discussione», ha ammesso promettendo “l’impegno del Governo a continuare a lavorare per ridurre i costi e per incentivare i Cantoni ad aumentare i sussidi per i premi malattia”.


E perché un esercizio sin qui mai riuscito dovrebbe improvvisamente funzionare? «Sono in corso discussioni con i Cantoni e i fornitori di prestazioni, che vogliono garantire trasparenza. Il dossier è molto complesso, ma si farà qualcosa per ridurre i costi mantenendo alta la qualità», ha risposto Baume-Schneider, sottolineando che a suo avviso l’iniziativa del PS «è attrattiva, ma non dà soluzioni per la riduzione dei costi».

 

L’iniziativa per premi meno onerosi in votazione il 9 giugno mira difatti, tanto per fare chiarezza, a un contenimento della spesa delle famiglie per i premi dell’assicurazione malattie. I costi sanitari sono un’altra storia. E da qui al 9 giugno ci sarà modo di spiegarlo e ribadirlo. La campagna di votazione è appena iniziata.

 

L’iniziativa

Un aiuto per oltre 250.000 persone

 

Depositata dal Partito socialista (PS) nel gennaio 2020 corredata di 118.000 firme (raccolte in soli dieci mesi), l’“Iniziativa per premi meno onerosi” chiede che nessuna economia domestica debba spendere più del 10% del proprio reddito disponibile per i premi dell’assicurazione malattie. Premi che negli ultimi 20 anni sono esplosi rispetto a salari e rendite di vecchiaia e che portano le famiglie a consacrare in media il 14% del reddito a questa voce di spesa.

 

Obiettivo dell’iniziativa è quello di fornire a oltre 250.000 persone un aiuto supplementare per pagare di meno: qualora la spesa destinata ai premi superasse il 10% del reddito, bisognerebbe infatti compensarla con dei sussidi. A beneficiarne non sarebbero soltanto le persone con salari bassi, ma anche le persone sole con un reddito medio. Ad esempio, persone sole con un reddito netto fino a circa 5.000 franchi al mese.

L’iniziativa stabilisce anche una chiave di riparto fissa per il finanziamento delle riduzioni dei premi. La Confederazione dovrà coprire 2/3 della spesa totale, alleggerendo così l’onere per i Cantoni e sostenendoli nei loro sforzi per pagare le riduzioni dei premi. I Cantoni ne finanzieranno l’altro terzo.

Il PS stima i costi aggiuntivi in circa 3,6 miliardi di franchi all’anno.

 

Al posto dell’iniziativa, i due rami del parlamento le hanno preferito un controprogetto indiretto: quest’ultimo prevede che i Cantoni aumentino i sussidi destinati alla riduzione individuale dei premi destinandovi una quota minima compresa fra il 3,5 e il 7,5% dei costi cantonali dell’assicurazione obbligatoria delle cure medico-sanitarie. Il compromesso raggiunto comporta costi aggiuntivi annuali di circa 356 milioni di franchi per i Cantoni.

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Pubblicato il

05.04.2024 15:39
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