Sotto il titolo "Il vero partito delle tasse" Pietro Martinelli, stimatissimo ex Consigliere di stato, ha fatto una stimolante panoramica sull'attività di governo durante gli ultimi dodici anni con Marina Masoni in consiglio di Stato. Alla sua ex collega attesta di avere un progetto politico chiaro, deplora la mancanza di un progetto alternativo di centro-sinistra altrettanto chiaro e rileva che i partiti storici avrebbero attaccato Masoni non per la sua politica, ma per altre faccende. Benché io non abbia né la conoscenza, né l'esperienza dell'uomo politico socialista mi permetto di fare alcune osservazioni. Sotto Masoni la divisone delle contribuzioni si è trovata, un po' di tempo fa, in una situazione molto grave: sono state prese delle decisioni discutibili, la direzione si è trovata in conflitto, una parte del personale demotivato. Certo, i singoli errori non possono essere addebitati alla consigliera di Stato, ma è stata lei a chiamare dall'economia privata un nuovo direttore e il suo vice per portare un vento fresco nell'amministrazione del fisco; invece di risultare salutare il vento nuovo era devastante e i due manager hanno poi dovuto lasciare il loro posto. La scelta dei collaboratori più stretti è spesso una scelta di indirizzo, lo era chiaramente in questo caso, quindi era una decisione con forte valenza politica. Lo stesso vale per la nomina di Giuseppe Stinca come direttore e consulente dell'Ente ticinese per il turismo che, malgrado avesse ricevuto un contratto incredibilmente favorevole, ha frodato il fisco ticinese. Inoltre, in seguito ad una perizia, si è confermato il sospetto che quel contratto voluto e difeso ad oltranza dalla stessa Masoni non era in regola, per non dire illegale. La consigliera di Stato liberale ha sempre difeso con abilità e tenacia le sue idee e le sue proposte. Tuttavia è andata oltre, ha ripetutamente preso delle decisioni all'insaputa dei sui colleghi di governo già a partire dalla sua prima decisione di abbassare il salario minimo per i frontalieri.
Seguendo il collega di governo Marco Borradori, nel 1995 Masoni ha trascinato il cantone nella disavventura Thermoselect che per parecchio tempo ha avvelenato la vita politica. Cinque anni dopo, il governo si è dovuto arrendere all'evidenza del fallimento del sistema Thermoselect per la distruzione dei rifiuti; solo Masoni perseverava nell'errore. La sua coerenza, tratto caratteristico di per sè positivo soprattutto in un periodo di opportunismo dilagante, può scivolare, però, nell'assurdo. Ci sarebbero tanti altri esempi a dimostrare che un governo collegiale, eletto con il sistema proporzionale, le sta stretto. Non sorprende quindi che da anni Masoni si batte, senza successo, per il sistema maggioritario. Evidentemente, senza la rielezione di Marina Masoni, in governo sarebbe più facile trovare, in comune, delle soluzioni confacenti ai molti problemi. Tuttavia nell'attuale sistema elettorale sono in primo luogo le elettrici e gli elettori che mettono la lista liberale nell'urna a scegliere i consiglieri di Stato di quel partito.

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30.03.07

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