16 gennaio 2024: il Gruppo Migros annuncia un “nuovo fatturato record pari a 31,9 miliardi di franchi”. Neanche un mese più tardi, lo scorso 2 febbraio, il gigante arancione ha comunicato un’importante ristrutturazione che comporterà il taglio di circa 1.500 posti di lavoro e la vendita di alcuni dei suoi marchi di punta, tra cui M-electronics e SportX. Ancora incerti i destini di Do it + Garden, Micasa, Obi e Bike World, la cui chiusura è considerata “come ultima spiaggia”, ma non è esclusa. I gruppi Hotelplan e Mibelle, oggi di proprietà del gigante arancione, saranno venduti. Di fronte a questa situazione abbiamo sentito il parere di Anne Rubin, responsabile de settore del commercio al dettaglio di Unia.

 

Anne Rubin, quale è stato il suo primo sentimento all’annuncio, lo scorso 2 di febbraio, della nuova strategia di Migros?

Sono rimasta scioccata e indignata, non solo per l’entità di questi tagli, ma anche per i modi con cui sono stati comunicati. Il Gruppo Migros afferma di essere in piena salute finanziaria, con l’aumento record delle vendite e con risultati operativi positivi. In qualità di principale datore di lavoro privato della Svizzera, l’azienda dovrebbe assumersi la propria responsabilità sociale. È inaccettabile che coloro che contribuiscono in modo significativo al successo dell’azienda paghino ancora una volta il prezzo di una strategia poco trasparente ed errata.

 

In che senso, strategia errata?

Le ristrutturazioni annunciate di recente sono figlie di grandi errori di strategia di Migros. Per anni il gruppo ha voluto espandersi in settori che si sono poi rivelati non redditizi. Sono errori di strategia, compiuti dai manager. Ed ora a pagare sono gli impiegati.

 

Si è parlato di 1.500 posti di lavoro, ma in realtà potrebbero essere molti di più…

Purtroppo sì. Non siamo a conoscenza di che cosa ne sarà di tutti quegli impiegati delle unità che saranno vendute. Stiamo parlando di 6.500 persone. Sappiamo che vendere un’unità di un’impresa darà luogo quasi inevitabilmente ad altre ristrutturazioni e dunque a ulteriori perdite di posti.

 

Anche a livello di contratti, si rischia di andare verso il basso?

Va detto che, da anni, il numero di dipendenti tutelati da un contratto collettivo di lavoro (CCL) è in costante diminuzione alla Migros, ciò che è deplorevole perché solo un CCL consente ai dipendenti di difendere collettivamente i propri interessi. Con l’annunciata vendita di Mibelle, M-electronics e SportX, e le conseguenze incerte per Bike World, Do it + Garden, Micasa e OBI, migliaia di dipendenti non saranno più protetti dal CCL Migros. E non è detto che dietro non ci sia una strategia della stessa Migros per sfuggire ai suoi obblighi contrattuali.

 

Ci può spiegare meglio?

DigitecGalaxus, la piattaforma di vendita online di Migros, non è coinvolta dalla ristrutturazione. Questa unità potrebbe fagocitare altri settori. I prodotti di M-electronics, così come quelli di SportX, sono già venduti su DigitecGalaxus. Il “dettaglio” è che i dipendenti di M-electronics e SportX sono soggetti a un CCL, quelli di DigitecGalaxus no.

 

Ciò la dice lunga sulla rinomata attitudine antisindacale del gruppo Migros. Cosa si rimprovera al gigante arancione?

Migros si presenta come un datore di lavoro socialmente responsabile, ma da tempo si rifiuta di dialogare con i sindacati. L’atteggiamento di Migros è inaccettabile e completamente antisindacale. L’azienda annuncia cifre di vendita record, si vanta del risultato operativo del 2023, spiega di essere in ottima forma dal punto di vista finanziario e poi annuncia 1.500 licenziamenti. È una vergogna! Tanto più che noi, dopo avere percepito tra i nostri membri che vi erano dei cambiamenti in atto, abbiamo chiesto di poterci incontrare con il gruppo. Per mesi non ci è stato risposto nulla, poi hanno semplicemente respinto la nostra proposta.

 

Cosa chiedete adesso?

I dipendenti che lavorano per l’azienda stanno raggiungendo i loro limiti fisici e psicologici perché le loro condizioni di lavoro sono in costante peggioramento. Unia chiede a Migros di riprendere il dialogo con il più grande sindacato svizzero del commercio, della logistica e dell’industria, affinché gli interessi dei suoi membri possano essere rappresentati in modo indipendente. Ciò è oggi più importante che mai per evitare la più grande ondata di licenziamenti nella storia di Migros.

 

Pubblicato il 

05.02.24
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