La Npc è il progetto delle grandi promesse. Inciampa però su diversi elementi di peso che mi impediscono nel complesso di valutarlo positivamente. Alcune misure vanno nella giusta direzione, ma il pacchetto è farcito di troppe belle parole: “riforma del federalismo”, “maggior solidarietà” o “ancora maggior efficienza”, che non trovano e non troveranno purtroppo riscontro nella realtà dei fatti. Cosa esce in sostanza quale prodotto alla fine della catena? 1. Il “nuovo” propagandato è vecchio: uno stimolo esacerbato e anacronistico dello spirito cantonalista del 19.esimo secolo, fatto di concorrenza fiscale – soprattutto fra parenti poveri – e di disuguaglianze nel trattamento dei cittadini delle classi meno favorite. 2. La Npc è un passo nella giusta direzione, ma ampiamente insufficiente nell’effetto ridistributivo fra ricchi e poveri, fra i Cantoni e nei Cantoni: non agisce sugli squilibri strutturali insiti in un sistema fiscale di cui non è stata accettata una neppur minima armonizzazione nei tassi di imposizione. Ciò cementa una politica che negli effetti pratici porterà ad un’ulteriore ripartizione della ricchezza dal basso verso l’alto. 3. Il riassetto dei compiti è inadeguato e sovente pernicioso in quanto produce disparità di trattamento fra i cittadini: nel caso esemplare degli invalidi si propone di sostituire un sistema funzionante a livello federale con 26 regolamentazioni cantonali tutte da costruire, in cui i diritti degli invalidi, oggi assicurati unitariamente a livello federale, finirebbero in balia degli slalom budgetari di 26 Cantoni, producendo in tal modo cittadini di categoria A e B, quando non di categoria C. E questa sarebbe efficienza in un contesto di equità? 4. Si legifererà inoltre con un nuovo IV livello istituzionale, quello dei concordati, struttura che un noto costituzionalista liberale ha di recente definito «non solo un attentato alle autonomie cantonali, ma anche uno smantellamento della partecipazione democratica dei parlamenti e del popolo nei Cantoni». Abbiamo a che fare con un grande progetto che per volontà della maggioranza borghese del Parlamento ha evitato di affrontare le questioni cruciali che toccano il nostro futuro di nazione federalista in un contesto europeo cangiante, con pericolose spinte nelle disparità regionali e sociali. Un risultato concreto con la Npc è comunque assicurato: per le maggioranze borghesi nei Cantoni si crea il margine di manovra per ulteriori manovre di sgravi fiscali e di tagli a livello cantonale. E sappiamo a beneficio di chi. Quindi: no.

Pubblicato il 

19.11.04

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