Entro il 2026 tutte le pensionate e tutti i pensionati riceveranno una tredicesima rendita AVS. Così ha deciso oggi una larga maggioranza del popolo svizzero, accogliendo con il 58,2 di sì e nella maggioranza dei Cantoni (15 favorevoli e 8 contrari) l’iniziativa promossa dall’Unione sindacale svizzera. «È una decisione che rafforza la fiducia in una previdenza per la vecchiaia solidale», che rappresenta «un chiaro mandato per respingere i futuri attacchi contro le rendite», commenta il sindacato Unia, esprimendo «grande soddisfazione per il risultato», anche per il «chiaro naufragio» dell’iniziativa dei giovani liberali-radicale per l’innalzamento dell’età pensionabile, che era sostenuto dalle associazioni padronali. «Si tratta di un importante progresso sociale per la Svizzera, che aiuta la nostra lotta per ottenere salari migliori, premi di cassa malati accessibili e contro il furto delle pensioni del secondo pilastro», commenta la presidente di Unia Vania Alleva.

 

L’introduzione della 13esima rendita AVS «rafforza il pilastro centrale del nostro sistema di previdenza per la vecchiaia e porta a una maggiore giustizia sociale in Svizzera», scrive Unia in un comunicato stampa, in cui si invita la politica a cogliere il messaggio del popolo e ad attivarsi per una rapida attuazione dell’iniziativa: la sua accettazione «è la prova che i problemi reali della gente non si possono nascondere sotto il tappeto, anche investendo milioni una campagna di paura e disinformazione, come hanno fatto in questo caso le associazioni economiche». «Il risultato della votazione dimostra chiaramente che il Consiglio federale, la maggioranza del Parlamento e i datori di lavoro hanno ignorato per troppo tempo il problema delle pensioni. Il popolo svizzero ha quindi ripreso in mano la questione e ha aumentato il livello delle rendite AVS», commenta l’Unione sindacale svizzera, rallegrandosi per l’ampiezza del consenso, in particolare nella Svizzera romanda e in Ticino con percentuali di sì sopra il 70% (addirittura l’81,4 nel Giura), nonché per il successo in cantoni che erano “a rischio”, come Sciaffusa, Glarona e Grigioni. «La grande mobilitazione della base sindacale e di ampie fasce della popolazione è stata determinante per la vittoria. La politica farebbe bene a rispettare questo chiaro segnale. L’iniziativa deve essere attuata senza ritardi, in modo che i miglioramenti decisi arrivino rapidamente alle persone interessate», scrive il sindacato Unia.

 

«Un chiaro segnale contro un ulteriore smantellamento sociale della previdenza per la vecchiaia», il popolo lo ha dato invece affossando la cosiddetta “Iniziativa per le pensioni” che prevedeva l’introduzione di un meccanismo automatico per l’innalzamento progressivo dell’età pensionabile e che avrebbe fortemente penalizzato le lavoratrici e i lavoratori che svolgono i mestieri più usuranti e a bassi salari, sottolinea il sindacato Unia. Si tratta di un segnale che c’è un «vento favorevole» per opporsi anche al «furto delle rendite del secondo pilastro» previsto dalla riforma sulla previdenza professionale, contro cui si voterà nel corso dell’anno.

 

Preso atto con grande soddisfazione del chiaro risultato uscito oggi dalle urne, il movimento sindacale guarda dunque già ad altri appuntamenti al voto di cruciale importanza. La 13a rendita AVS compensa la perdita di potere d'acquisto accumulata dai pensionati. Ora si tratta di pensare agli altri gruppi di popolazione fortemente toccati dal rincaro, come hanno riconosciuto anche gli oppositori dell’iniziativa sindacale durante la campagna di votazione. «Dopo anni di perdita dei salari reali e di fronte all'impennata degli affitti e dei premi dell'assicurazione malattie, i lavoratori e le loro famiglie hanno bisogno di rapidi miglioramenti», scrive Unia, che per questo continuerà a battersi per un aumento generale dei salari e sosterrà la proposta per un tetto al 10% del reddito disponibile delle persone e delle famiglie per i premi dell’assicurazione malattie.

Pubblicato il 

03.03.24
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